domenica 7 maggio 2017

Alta Via dei Parchi Mtb trail



L'Alta Via dei Parchi è uno splendido itinerario Trekking che, partendo da Berceto (in provincia di Parma) attraversa tutto il crinale appenninico tosco/emiliano fino a scendere alle foreste casentinesi e poi arrivare fino al mare. Così come era stato concepito inizialmente questo percorso era ad esclusivo uso degli escursionisti a piedi.

Per noi mtbikers era quasi inavvicinabile. Troppi tratti in cresta, troppi sentieri non ciclabili.

E' nata quindi la volontà di sviluppare una traccia che fosse fruibile anche dai cicloescursionisti.

Dopo qualche tempo di studio e lavoro, le varie sezioni CAI cicloescursionistiche dell' ER con il supporto di Gemini hanno sviluppato un percorso adatto all'uopo.

Nasce così l'Alta Via dei Parchi Mtb Trail.


Viene deciso di inaugurare ufficialmente la via il 09 settembre 2016.

Ogni sezione CAI si prende l'onere di percorrere i tratti di competenza accompagnando i cicloescursionisti che intendono percorrerla.

Al CAI di Parma mtb è toccato l'onore (ma anche l'onere) di inaugurare la via.

L'idea della sezione era quella di pedalare lungo le prime 3 tappe.

Partenza da Berceto e arrivo al Lago Santo P.se il primo giorno, arrivo al passo del Cerreto il secondo, accorpando così la seconda e la terza tappa.

Per motivi logistici si è scelto di inserire un prologo alla già lunga esperienza.
Il gruppo si è riunito a Parma e col treno è arrivato a Ghiare di Berceto.

Ed ecco il prologo: da Ghiare di Berceto (stazione) pedalando pedalando lungo la bella strada panoramica 

siamo arrivati a Berceto. 

Dopo la necessaria sosta caffè, partiamo decisi, iniziando così ufficialmente l' AVP mtb trail.
Usciamo da Berceto e andiamo subito il veloce discesa su strada bianca. 
Ci godiamo al massimo questo tratto perchè sappiamo che poi sarà solo dura salita...
E la salita arriva, quasi subito. Parte in sordina, ma ben presto le pendenze si fanno serie e si comincia a sudare. 

Il gruppo necessariamente si sgrana, ognuno sale col proprio ritmo, ogni tanto ci si ferma per rifiatare e riunire i partecipanti. In una escursione così lunga ed impegnativa è necessario risparmiare le forze e tenere alto il morale. Lasciare a se stesso qualcuno che resta indietro vuol dire metterlo giù di morale. Col morale basso calano anche le energie....
Dopo la lunga strada bianca si entra nel bosco, c'è qualche tratto pianeggiante o in leggera pendenza e si riesce a tirare il fiato. L'ombra ci aiuta a respirare.
Qualche strappo assassino ci costringe a tratti a spinta. 
Pedaliamo sul sentiero 731 ed arriviamo al Lago Bozzo. 
Il lago, di livello piuttosto basso, è decorato da un colore rosso piuttosto particolare. I Groppi Rossi incombono quando, dopo la necessaria sosta, ripartiamo. Bei prati, solcati da esile tracciolina, scorrono sotto le nostre ruote grasse ma leggere ed educate. La via è sempre in salita, e a volte la salita è davvero tosta. Le praterie a pascolo per cavalli e vacche presentano a volta forzati passaggi fra ideali porte. Vecchi paletti osservano passare il gruppo di cicloescursionisti. 
Ci si infila poi nel bosco fitto e tosto. Sotto l'ombra protettrice branchi di cavalli ci osservano infastiditi. Passiamo con fatica un guado rovinato. Poi ancora su nel bosco. Un pò si pedala un pò si spinge. La giornata è splendida, non c'è fretta. 
Dopo l'ennesimo strappo davvero tosto, finalmente ci lasciamo andare in un tratto scorrevole davvero piacevole
Siamo sotto le creste del monte Borgognone. 
Arriviamo in breve, ma non senza fatica, proprio sopra il passo del Cirone. 
Sono in coda al gruppo e fungo da servizio scopa. Vedo gli amici scendere veloci lungo la tracciola che sinuosa scende al passo.
Li lascio andare avanti e poi li seguo lasciando correre la bici fra l'erba alta. Il giallo dell'erba secca ondeggia solleticata dalla brezza che sempre attraversa il passo. La gustosa discesa finisce assai presto e con quattro colpi di pedale arrivo alla chiesetta. Il gruppo si riposa e ristora

La necessaria sosta per il pranzo ci rigenera e ci fornisce le energie per iniziare la seconda parte del viaggio. Ci aspetta ora la parte più tosta della prima giornata. Dopo la foto di gruppo ripartiamo più motivati che mai. Dopo un attimo di divertente discesa il sentiero comincia a salire e la salita ci costringe spesso alla spinta o al portage

Si sale lungo i sentieri sotto il monte Fosco. Il bosco ci protegge dai raggi potenti del sole. Termina il bosco e ci ritroviamo a pedalare nei bei prati sotto il monte Tavola. 

Siamo sui sentieri del MAM. Conosciamo bene queste piste e ci divertiamo a lasciare correre le nostre mtb lungo le esili tracce sull'erba resa gialla dal sole estivo. 


Rientriamo nel fresco bosco dopo aver scavalcato uno sbarramento. 
Scendiamo lungo bei sentieri (anche questi facenti parti del MAM) fino all'imbocco del sentiero Maria Luigia

La traccia APV menerebbe verso Lagdei....ma...noi dobbiamo risalire verso il rifugio Mariotti al Lago Santo.  Quindi risaliamo lungo il sentiero di Maria Luigia.
Da Ponte Rotto in poi il sentiero ci costringe ad un bel tratto a spinta. Attraversiamo la pista da sci e con un ultimo tratto di portage arriviamo sulle sponde del Lago Santo. L'acqua è limpida e calma e i faggi si riflettono sullo specchio rotondo del lago. Arriviamo al rifugio alla spicciolata. Siamo stanchi.
Prendiamo posto nelle camere e ciacolando e mangiucchiando tiriamo l'ora di cena. L'aria si fa cruda e si sta bene coperti. Il buio avvolge la montagna e le stelle affollano il cielo limpido e terso.
La cena è ottima e il gruppo entusiasta
Flora organizza una sorpresa per me....
Nei prossimi gg cade il mio compleanno...e mi fa trovare una bella torta di compleanno....è il mio 60esimo...una data importante. Per una data importante....un'occasione importante....meglio di così!!!

La festa è grande e sono commosso....ma dura poco...domani ci aspetta una tappa davvero impegnativa. Mi concedo un tiro di sigaro ed un grappino...fuori sul lungo lago l'atmosfera è magica

La luna alta in cielo si specchia nel lago....è ora di andare in branda....

La notte trascorre travagliata. Un folto gruppo di ragazzini fa confusione fino a tardissima ora. 
L'alba arriva troppo presto. Il cielo è limpido e brontolando ci alziamo per la colazione.

alla spicciolata scendiamo per la colazione

mentre il cielo rischiara l'orizzonte 

le nostre mtb ci aspettano pazienti....fra poco dovranno ricominciare a lavorare....

Pochi minuti e siamo pronti a partire

Costeggiamo il lago spingendo le nostre bici, poi in salita (sempre spingendo) fino al Sentiero delle Carbonaie. La discesa è divertente e lasciamo correre le bici sul bel sentiero. Tutto d'un fiato ci ritroviamo ai Cancelli. Riuniamo il gruppo e cominciamo a pedalare sulla strada bianca che mena ai Lagoni. E' presto e non c'è ancora traffico ad impolverarci. Ai Lagoni una brevissima sosta 


Ora si sale fino al passo della Colla. Dapprima la salita è dolce....ma poi le pendenza aumenta...e il gruppo si allunga.

Finalmente al Passo della Colla sostiamo un attimo a riprender fiato prima di affrontare la lunga discesa verso Pianadetto



Mentre scendiamo veloci lungo la ampia strada bianca, il sole illumina il crinale appenninico. Lo spettacolo è grandioso e una foto è obbligatoria

Il monte Navert si staglia imponente sulla nostra sinistra
sulla nostra destra il crinale a picco sulla Toscana.
La discesa prosegue veloce veloce fra nubi di polvere che le nostre grasse coperture alzano nella mattina limpida e secca...
Attraversiamo il caratteristico borgo di Val di Tacca e cominciamo a faticare nel risalire verso il Lago Ballano. La salita su strada asfaltata è già dura in auto....quella su sentiero è davvero tosta
qualche salita più salita di altre ci costringe a spingere. Poco male...
Fra gli alberi spuntano i monti ed i prati di crinale. Ci si ferma un attimo a contemplare lo spettacolo. Questo ci consente di recuperare energie e rifiatare un attimo.
Dopo un ultimo sforzo arriviamo al lago Ballano.
Pochi minuti di sosta. Nuvoloni e nebbia soffiano sul crinale e noi ci ritroviamo all'ombra e si sente freddo. Giusto il tempo di un goccio d'acqua alla fontana e ripartiamo alla volta di Prato Spilla. 
Il rifugio è poco distante ma non è proprio facile arrivare, almeno in mtb. Una rampa velenosa ci costringe a qualche metro di bici a spinta, poi, una volta scollinato, la discesa è irta di grosse pietre smosse che ci costringono ad una guida davvero prudente. Comunque il gruppo si riunisce nell'ampio prato antistante il rifugio.

Qualche minuto di sosta ci consente di approfittare dei comfort del rifugio e di rifiatare. 

Partiamo da Prato Spilla e subito iniziano le difficoltà. Una erta salita ci costringe subito a spingere. La via verso il lago Verdarolo è abbastanza varia e divertente. Non mancano i tratti pericolosi che richiedono passaggi a mano. Ma il tutto viene stemperato dall'allegria dei partecipanti



Il tempo passa velocemente e la via richiede molta attenzione nella guida. La stanchezza comincia a serpeggiare nelle gambe, il gruppo si allunga e le foto diminuiscono proporzionalmente. Io ho sempre la GOPRO che mi consente cmq di riprendere le fasi più intriganti del percorso. Un pò si spinge un pò si pedala con qualche passaggio divertente 

si arriva al lago Verdarolo.


Nonostante il luogo ispiri calma e tranquillità, non abbiamo tempo da dedicare alla contemplazione. Purtroppo dobbiamo andare. Prossima meta: il lago Squincio.
Il percorso è sempre ostico, nervoso...ma ci divertiamo nel lasciar lavorare le nostre mtb.
Personalmente ho dovuto rallentare la marcia e scegliere con più cura le traiettorie. Mi sono accorto che la mia ruota posteriore è calata di pressione, probabilmente ho forato e il liquido delle tubeless è riuscito a compensare. Per ora la pressione è stabile....
Al lago Squincio riuniamo il gruppo prima dell'ultima discesa fino al passo di Lagastrello.





Flora ed io cominciamo a sentire la stanchezza e meditiamo di fermarci al Lagastrello....
Il Pier (nostro capo spirituale) con estrema calma e sicurezza ci rassicura sulla fattibilità dell'ultimo tratto di percorso. 
"Massììì....adesso abbiamo un'oretta in cui dobbiamo spingere un pò per arrivare a Succiso....poi dobbiamo arrivare alla Scalucchia ...ed è tutto asfalto...e si fa presto...sono solo una decina di km...dopodichè abbiamo ancora poco più di un'ora e siamo al Cerreto..." 
Detta così funziona benissimo...e ci convince....ci ridà le forze....
Anche se ho qualche dubbio sul tratto fino a Succiso....l'abbiamo già fatto ....non mi sembrava così veloce....
Intanto scendiamo fino al Lagastrello. Il Max saluta la compagnia...e noi salutiamo lui. 
Appena di la dal Lago ci "accampiamo" per un frugale pasto e una mezz'oretta di riposo.

Approfitto della sosta per controllare la bici...La pressione della ruota posteriore si è abbassata ancora. Gonfio la ruota e mi metto a mangiucchiare qualcosa. Dopo pochissimo mi accorgo che la ruota è a terra.... Rigonfio e si sente chiaramente che l'aria esce dal copertone.... Rapidamente rovescio la bici  e faccio girare la gomma in pressione facendo lavorare il liquido riparante. Mentre Il gruppo riparte finisco le operazioni di riparazione curandomi del fatto che il foro sia riparato a dovere. Non vorrei dovermi fermare ancora....
Dopo poco riparto. Patrizio si è fermato con me ed insieme raggiungiamo il resto del gruppo.
La prima parte di percorso ci costringe a qualche tratto a spinta, ma poca roba....
In alcuni tratti il bosco si dirada e possiamo ammirare il "nostro" crinale (adesso siamo nel reggiano)...è ben lontano...

Il percorso verso il bel paese di Succiso è meno ostico di quel che ricordavo e anche i guadi sono più agevoli.



Alla fine con fatica arriviamo a Succiso Paese. 
C'è una grande festa nel piccolo borgo (la tradizionale festa del fungo) e fatichiamo non poco a ritrovarci con gli amici Reggiani e ad organizzarci per l'ultima parte del nostro viaggio. 
Il gruppo comincia ad essere stanco e ci si disperde per il piccolo borgo fra le bancarelle e il bar.
Ricominciamo a salire per asfalto alla volta del passo della Scalucchia. 
La salita è asfaltata (quindi abbastanza agevole) ma sono sempre 10 km circa. 

Al passo comincia l'ultima parte del viaggio.
La stanchezza si fa sentire sempre di più. Raccogliamo le ultime energie ed affrontiamo con la grinta necessaria questo ultimo tratto. 
La prima parte è abbastanza scorrevole

Ci troviamo davanti un altro piccolo tratto tecnico fra sassi grossi e smossi, ma la meta si avvicina sempre di più.

La stanchezza e la voglia di arrivare non invogliano alla sosta per scattare foto. Il gruppo si allunga e va veloce verso il passo dello Spedalaccio. Fortunatamente ho la GOPRO con cui riprendo il percorso. Da qui riesco ad estrarre le foto. L'immagine non è un gran chè ma cmq rende l'idea. 
Dopo un ultimo guado la via diventa più scorrevole e le nostre gambe, ormai affaticate, ne traggono sollievo. 
Al passo dello Spedalaccio (un tempo luogo malfamato, dove l'ospizio per i viandanti si diceva popolato da banditi che depredavano i viaggiatori incauti) rifiatiamo un momento prima di affrontare l'ultimo bellissimo tratto di sentiero. 
In effetti abbandoniamo l'ampia sterrata e ci avventuriamo su un bel single track in mezzo a colorati prati. La sera che avanza ci regala immagini davvero stupende che ci riempiono gli occhi e risollevano l'anima. Il Passo del Cerreto è vicino.




Percorriamo ora uno lo splendido single track che ci porterà fino al passo del Cerreto. 
Il bel sentierino corre fra prati e boschi regalandoci momenti davvero divertenti.



Arriviamo al Passo....

Stanchi ma davvero felici ci concediamo un rilassante momento conviviale al bar. 
Ma il tempo stringe, dobbiamo rientrare alla base. Carichiamo le bici e gli zaini sul pulman che ci aspetta. Salutiamo gli amici che continueranno l'avventura....

Per chi volesse perdere un pò di tempo a guardare i filmati ecco il link: